Questo momento arriva nell’anno 1922.
La signora Capuana, già vedova dal 1915, è unica proprietaria del manoscritto originale del romanzo “I Malavoglia” che Verga aveva donato all’amico Luigi Capuana e, dando prova di una grande sensibilità artistica oltre che affettiva nei confronti dei vecchi amici del marito, mette in vendita il prezioso manoscritto. Lo invia a Bologna dove, durante le celebrazioni in ricordo dello scrittore siciliano da poco morto, viene esposto al Teatro Comunale, in attesa di poter trovare un acquirente generoso.
Immediata la raggiunge, travolgendola, la reazione di Luigi Pirandello che, instancabilmente con lettere aperte e interventi vari, coinvolge la stampa del tempo cosicché la signora Capuana si vede costretta a vendere il romanzo autografo alla famiglia dell’autore a un prezzo che non era quello sperato. Colpita, ma non ancora affondata, la signora Adelaide si arma ancora una volta di salomonica pazienza per trovare l’occasione di restituire il colpo. Non deve aspettare tanto: il 20 novembre dello stesso anno, infatti, trova il modo di polemizzare con Luigi Pirandello accusandolo, in una sua lettera aperta inviata al “ Giornale d’Italia”, di aver plagiato nel dramma “ Vestire gli ignudi” la novella “Dal taccuino di Ada” di Luigi Capuana e suggerendogli come titolo di eventuali nuovi lavori “Spogliare i morti”e “Calunniare i vivi”.
La signora Capuana, però, senza sospettarlo, fa una doppia mossa falsa: ammette una caduta di stile del consorte e dimostra di non aver saputo cogliere la profondità del dramma pirandelliano.
Nella trama di “Vestire gli ignudi”, soprattutto nello svolgersi del I atto, si scopre come antefatto che Ersilia Rei, giovane maestra elementare, impiegata come governante presso la famiglia del console italiano a Smirne, è stata accusata di essere responsabile della morte della bambina affidatale e, cacciata via dal console, ritorna a Roma. Qui, scoprendo che il giovane ufficiale di marina con cui proprio durante il soggiorno a Smirne aveva avuto relazione,che sembrava destinata alle nozze, sta per sposare un’altra, tenta di avvelenarsi in un giardino della città, ma portata in ospedale dai passanti, viene salvata. La notizia, riportata da un giornale, impressiona lo scrittore Ludovico Nota che non esita ad aiutarla accogliendola in casa.
Anche se poi il dramma pirandelliano evolverà in intrecci sempre più complicati per svelare attraverso i tratti contraddittori dei personaggi il dramma della vita stessa, cosa che è sfuggita alla signora Capuana, è innegabile, però, che alla base di questa trasposizione artistica c’è il fatto di cronaca che lo stesso Capuana, non proprio cavallerescamente aveva utilizzato nella sua novella: la vicenda della giovanissima Adelaide Bernardini non ancora signora Capuana.
Riconoscerlo e non accusare Pirandello di plagio artistico sarebbe stato più dignitoso per la signora Bernardinicapuana.
E’ proprio spiegando di essersi ispirato semplicemente alle vicende umane suggeritegli dalla vita che Luigi Pirandello, qualche giorno dopo, risponde alla signora dalle pagine de “L’Epoca”, riservandosi, però, di difendersi ancora con l’arma che uno scrittore ha in mano: il mondo artistico dove personaggi fatti di parole, possono, però, dire verità scomode. Si serve del barone Nuti, un personaggio di “Ciascuno a suo modo” del 1923, per ironizzare proprio sul suggerimento della Bernardinicapuana.
Arrabbiato dopo aver assistito a un lavoro teatrale in cui ritrova messe in scena le non esaltanti vicende personali, il barone così esclama:” E’ un’altra cosa però mi pare s’insegni qua, caro signore: a calpestare i morti e a calunniare i vivi”.
Nel 1944 Adelaide Capuana nata Bernardini muore e, se non avesse avuto la vantaggiosa sfortuna di essersi perdutamente innamorata in quel lontano 1895 dell’uomo sbagliato per il quale aveva rischiato di morire, intenerendo poi il cuore di Luigi Capuana, resta il dubbio che sarebbe ricordata solo come una “scrittrice assolutamente mediocre”, per dirla con Riccardo Reim, fra le tante muliebri voci letterarie.
Bibliografia
- Annamaria Andreoli, “Verga e la moglie di Capuana: un giallo di filologia vedovile”.
- Salvatore Ferlita nella sua “Querelle tra Capuana e Pirandello”.
- Rita Verdirame in Narratrici e lettrici (1850-1950) LE LETTURE DELLA NONNA DA LLA CONTESSA LARA A LUCIANA PEVERELLI libreria universitaria.it
- Luigi Pirandello, Maschere nude, a cura di Alessandro d’Amico, I Meridiani Mondadori.
- Riccardo Reim, Donna in breve, Storie e destini femminili in 150 anni di racconti italiani d’autrice, Castelvecchi.
Lascia un commento